Questo Blog vuole essere uno spazio libero per il mondo forestale abruzzese. Uno spazio di discussione e proposta, o di denuncia quando ce ne fosse bisogno. Lo spazio non è moderato, chi cura il Blog non risponde quindi delle opinioni espresse dai visitatori. Ci limiteremo solo a cancellare quei commenti offensivi o volgari.
19 dicembre 2008
RICHIESTA DA FEDAGRI E DAI CONSORZI FORESTALI LA PROROGA PER LE DOMANDE DEL PSR 226
06 dicembre 2008
ELEZIONI REGIONALI ABRUZZO 2008 - APPUNTI PER IL SETTORE FORESTALE
PREMESSA
Il settore forestale in Abruzzo conta attualmente circa 1.500 addetti, di cui circa 1.100 lavorano all'interno di cooperative forestali.
Le cooperative forestali sono nella nostra regione circa 40 (includendo quelle che svolgono anche altre attività). Di queste 22 (oltre a otto ditte forestali) aderiscono alle strutture consortili che fanno capo al CO.L.A.FOR., impiegando circa 350 addetti fissi (con oltre 150 giornate) e altri 350 stagionali.
Complessivamente il gruppo gestisce 120.00 ettari di territorio di cui 76.000 ettari di bosco, in massima parte comunali, attraverso concessioni su progetti specifici (5-10 anni), contratti di gestione (10-20 anni) o la partecipazione a Consorzi Forestali (di durata 10-20 anni).
In particolare questi ultimi hanno avuto uno sviluppo esponenziale in questo ultimo quinquennio, ad oggi operano in Abruzzo 11 Consorzi Forestali che associano 58 comuni montani.
PROBLEMATICHE ATTUALI
In questi ultimi tre anni in cui NON C'E' STATO IN ABRUZZO UN EURO DI FINANZIAMENTO PUBBLICO DI NESSUN TIPO la cooperazione forestale abruzzese ha dimostrato di essere tutt'altro che un settore assistito, come pensa qualche funzionario regionale, ma un VERO SETTORE PRUDUTTIVO, e questo nonostante il pesante e soffocante fardello burocratico costruito dalla stessa regione, dai parchi, dal CFS, ecc. ecc.
RIAPPLICARE UN PRINCIPIO
Nel settore forestale nella nostra regione va riapplicato il principio che “TUTTO CIO' CHE NON E' VIETATO E' PERMESSO”.
Oggi gli operatori forestali sono di fatto bloccati da “autorizzazioni” o “pareri” rilasciati o no in base, molte volte, a personali opinioni o umori dei funzionari addetti. O, peggio, dalla loro ideologia.
Ciò blocca lo sviluppo del settore perché per mettere in atto gli investimenti necessari per la modernizzazione del settore e per il prolungamento della filiera occorre certezza del diritto di poter operare sui boschi che, non dimentichiamolo, non sono della Regione ma dei proprietari, siano essi privati che comuni. Se viene negata “l'autorizzazione” a un taglio colturale, chi ripagherà la popolazione del comune interessato dell'introito previsto e dei posti di lavoro persi?
In questo senso vanno attuate due azioni.
La prima di carattere amministrativo. Va GARANTITA L'APPLICAZIONE DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE VIGENTE, sembra una cosa ovvia, ma non lo è visto che oggi la Legge Regionale viene disapplicata dagli stessi uffici regionali, soprattutto in materia di tagli colturali e di silenzio-assenso.
La seconda di carattere legislativo. OCCORRE RICONOSCERE LA FORTE SPINTA ASSOCIATIVA CHE IL SETTORE HA ESPRESSO. Va quindi varata una LEGGE REGIONALE PER LA PROMOZIONE E IL SOSTEGNO ALL'ASSOCIAZIONISMO FORESTALE che riconosca il ruolo dei Consorzi dando loro AUTONOMIA DI GESTIONE SUL LORO TERRITORIO attraverso il riconoscimento di Autorità forestale locale.
PROGRAMMA TRIENNALE
Se ne chiede la sostanziale modifica eliminando le misure stataliste che penalizzano cooperative e consorzi forestali. E applicando le leggi regionali vigenti in materia di presentazione domande e priorità!
MISURE FORESTALI DEL PSR
L'emanazione dei bandi va semplificata. L'unico bando varato sulla misura 226 sembra che serva a selezionare i prossimi astronauti che andranno su Marte. E soprattutto rende inutilmente eccessivamente onerosa la progettazione in mancanza di certezza di finanziamento successivo.
Sarebbe possibile emanare immediatamente i bandi dell'asse 2 del PSR in quanto su tale asse non c'è cofinanziamento regionale.
Infine nel 2010 sarà possibile variare il PSR. In tale sede occorrerà far partire quelle misure che la regione non è riuscita ad attivare in questa fase, a partire dalle misure SILVOAMBIENTALI.
ALLUNGAMENTO DELLA FILIERA
L'associazionismo forestale ha necessità di allungare la filiera arrivando a VENDERE L'ENERGIA. Ciò non attraverso la creazione di mega centrali, come propone qualche industriale, peraltro sprovveduto, ma attraverso una rete di piccole centrali (a carattere comunale) oggi tecnologicamente possibili.
I bandi varati recentemente dalla Regione, che prevedono l'impossibilità di vendere l'energia elettrica al Gestore della rete, prevedendo solo l'autoconsumo aziendale, sono fuori tempo e non applicabili al settore forestale.
IL SETTORE FORESTAZIONE E MULTIFUNZIONALITA’ DI FEDAGRI ABRUZZO
08 novembre 2008
PIANO TRIENNALE FORESTALE: UN PASTROCCHIO DA REVOCARE
La Giunta Regionale d’Abruzzo, con delibera regionale n. 897/P del 29 settembre 2008, ha approvato il Piano per il Triennio 2008 -2010 “Interventi di Forestazione e Valorizzazione ambientale”.
Il piano è stato varato dalla Giunta Regionale SENZA ALCUN CONFRONTO con le Organizzazioni rappresentative del mondo cooperativo (che nel settore rappresentano oltre l’80% delle imprese e degli addetti) né, ci risulta, con il resto del mondo agro-forestale.
E non si creda nella premessa in cui si dice del “contributo propositivo apportato dai tecnici e dagli operatori del settore”, SI MENTE SAPENDO DI MENTIRE, sfidiamo la Giunta Regionale a mostrare le prove di una consultazione mai avvenuta.
Una Giunta che avrebbe dovuto occuparsi della ordinaria amministrazione ha varato un Piano che, se pur con risorse finanziarie risibili, tende a vincolare il settore per il prossimo triennio, e fa ciò senza minimamente confrontarsi con chi, con gravi sacrifici, sta cercando di far sopravvivere il settore forestale nella nostra regione.
Forse la Giunta Regionale, e i suoi funzionari, avrebbero fatto bene ad occuparsi di far partire qualche bando del Piano di Sviluppo Rurale, cosi da evitare di lasciare a chi governerà la regione dopo le elezioni la polpetta avvelenata di tanti soldi da spendere con la spada di Damocle del grave rischio di vederceli revocati dalla Unione Europea al 31 dicembre 2009 perché non saremo risusciti a spendere i fondi del 2007. Oppure di garantire l’applicazione della legislazione vigente sulle attività di carattere privatistico, che vengono in ogni modo ostacolate dai suoi uffici, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende e la tenuta occupazionale.
Il Piano forestale inoltre trasuda statalismo in tutte le pagine.
Due terzi del Piano è dedicata agli “Interventi la cui esecuzione fa carico direttamente alla Giunta Regionale”, al resto, che sono gli “Interventi la cui esecuzione fa carico a soggetti diversi dalla Giunta Regionale” vengono ammesso solo gli Enti pubblici.
E questo anche in spregio alla stessa legislazione regionale, che invece privilegia le attività affidate in concessione, con bando pubblico, ai soggetti privati e prioritariamente alle cooperative forestali. Una legislazione regionale che la Giunta sembra non conoscere, o fa finta di ignorare.
Infatti già nella copertina vengono citati le LL.RR. 28/94 – 106/94 e 6/94, dimenticando le modifiche apportate dall’ Art. 111 L.R. n° 6 del 8 febbraio 2005, chissà perché?
Così nella foga statalista si prevede di finanziare i Piani di gestione solo agli Enti pubblici, eliminando dai possibili beneficiari anche “le Amministrazioni separate degli usi civici e i comuni associati nei consorzi di gestione agro - silvo – pastorale”,così come previsto invece dall’ Art. 16/ bis della legge vigente, e in Abruzzo sono oltre 60 i comuni montani associati in questi consorzi. E dimenticando che, per la vigente Legge Regionale, i piani comprensoriali presentati da questi ultimi avrebbero dovuto avere priorità. E dimenticando, inoltre, che finanziando i Consorzi, che sono strutture private, si sarebbero potuti finanziare più piani non avendo il problema di finanziare l’IVA… ma a chi vive fuori del mondo reale che importa di questi piccoli problemi?
Quindi, nel rispetto dello Statuto della Regione Abruzzo che all’art. 11 disciplina l’istituto della concertazione e all’art. 7, comma 5 promuove la cooperazione come strumento di democrazia economica di sviluppo sociale, RICHIEDIAMO LA REVOCA DEL PIANO NELLA SUA ATTUALE STESURA, nonché di sospendere immediatamente ogni atto e azione derivante del Piano stesso, per poi avviare una opportuna concertazione con tutte le forze sociali che porti alla STESURA DI UN PIANO VERAMENTE ADEGUATO ALLE ESIGENZE DEL SETTORE E PIENAMENTE RISPONDENTE ALLA LEGISLAZIONE VIGENTE.
| LA PRESIDENZA REGIONALE DI FEDAGRI ABRUZZO |
28 giugno 2008
PARCHI- LA COMMISSIONE UE ARCHIVIA INFRAZIONE SU ZPS
17 giugno 2008
Giornate divulgative sulle ENERGIE RINNOVABILI del GAL Abruzzo Italico
1. Introduzione alle fonti rinnovabili
2. L’eolico
3. L’idroelettrico
4. Il fotovoltaico ed il solare termico
5. Le biomasse
6. Cosa sono e come operano sul mercato le Società di servizi energetici.
La fase pomeridiana avrà la funzione di “sportello energia” per tutti coloro che avessero in programma progetti di adeguamento strutturale di edifici pubblici o privati, nei diversi settori di attività. Il calendario sarà il seguente:
data | Comune | Struttura | Indirizzo | orario |
18/6 | Raiano | Ansape | C.da Cannuccia | 10/13-14.30/15.30 |
23/06 | Pescasseroli | Hotel il Picchio | V. Valle dell’oro | 10/13-14.30/15.30 |
27/6 | Castel di Sangro | Sport Village | Loc. Piana Santa Liberata | 10/13-14.30/15.30 |
16 giugno 2008
QUANDO SI DICE IL CASO...
Fin qui nulla di strano.
E' strano però, dalla partecipazione all'avviso pubblico: "Sono escluse le cooperative di secondo livello, intendendo per tali quelle cooperative che annoverano fra i soci almeno una società cooperativa o consorzio".
Oibò, e perché mai? Le strutture di secondo livello dovrebbero essere quelle che danno maggiore affidabilità ad un Ente pubblico, perché escluderle? Viene quasi da pensare che si sia voluto escludere qualcuno, magari MOLTO qualificato per costituire insieme al Comune di Castelli un Consorzio Forestale....
Ma le stranezze non finiscono qui.
La cooperativa che volesse partecipare dovrà assicurare (punto e): "La presenza all'interno della cooperativa, in qualità di socio e/o dipendente, di un:
- dottore forestale con esperienza almeno ventennale, anche nella redazione di Piani di Gestione ed assestamento;
- dottore agronomo con esperienza pluriennale iscritto all'Albo dei periti Demaniali della Regione Abruzzo."
Ma come, ci accontentiamo di una piccola cooperativa, ma poi vogliamo un dottore forestale con esperienza ventennale? e magari con i capelli rossi.... e il dottore agronomo iscritto all'albo dei periti demaniali, e perché per forza agronomo, magari se è forestale non va bene?
E poi l'Ordine degli agronomi che si lamenta che non sono valorizzati i giovani laureati.
Volete sapere chi ha vinto l'avviso?
Bè, basta cercare una cooperativa con queste caratteristiche, e questi professionisti come soci, dai che non è difficile!
Comunque, al di là di questo, non possiamo che rallegrarci se nascono nuovi Consorzi Forestali.
Però, magari, sarebbe meglio scegliere il partner privato in modo meno esageratamente scontato, o almeno avendo il coraggio di fare una delibera diretta, sarebbe più elegante!
Per chi vuole leggersi l'avviso lo può scaricare da QUI >>>
11 marzo 2008
Linee di indirizzo per la programmazione regionale nel settore forestale – Richiesta incontro
Facendo seguito alla approvazione da parte della Giunta Regionale delle “Linee guida per la programmazione regionale nel settore forestale” (BURA del 29 febbraio 2008) inviate alla Sua commissione per il parere, siamo a richiedere una audizione al fine di proporre delle integrazioni migliorative del testo proposto.
In particolare il testo, pur positivo per molti aspetti, ci appare assolutamente insufficiente in merito al ruolo e allo sviluppo delle forme associate nel settore forestale, cooperative e consorzi forestali.
Operano infatti in Abruzzo, ad oggi, 11 Consorzi forestali, oggi associati anche in un consorzio di secondo grado “Forestabruzzo”, che associano 58 comuni ed enti montani, fra cui tre comunità montane, e 29 imprese e cooperative forestali con 700 addetti, che hanno ripreso con vigore le attività forestali, anche non legate a finanziamento pubblico.
Tale attività porta sostanziali benefici sia alle Amministrazioni Comunali associate, attraverso i proventi derivanti dai tagli con legnatico destinati alla vendita, sia alle popolazioni, con la ripresa delle attività legate all’uso civico, sia alle imprese e cooperative forestali che hanno assicurato un lavoro stabile, con gli ovvi riflessi occupazionali nelle aree interne.
Di tale realtà non si trova traccia nel documento, che appare, a nostro avviso, eccessivamente burocratico e legato ad una visione non moderna della realtà forestale della nostra regione.
L’audizione richiesta potrà essere concessa anche concomitante con quella richiesta dalle Organizzazioni cooperative Confcooperative e Legacoop, con le quali si condividono le posizioni nel merito.
Certi della Sua sensibilità e restando in attesa, cordiali saluti
Giovanni Meuti
coordinatore