09 ottobre 2009

Richiesta incontro urgente per problematiche tagli boschivi

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Pescara, 9 ottobre 2009

OGGETTO: Richiesta incontro urgente per problematiche tagli boschivi

A

Giovanni Chiodi

Presidente della Regione Abruzzo

 

Palazzo I. Silone - Via Leonardo da Vinci, 6

67100

L'AQUILA

A

Mauro Febbo

Assessore Politiche agricole e di Sviluppo rurale, forestale, Caccia e Pesca

Al

Dott. Gaetano Valente

Direttore Agricoltura, Foreste e Sviluppo Rurale, Alimentazione, Caccia, Pesca

Alla

Dott. Marzia Di Marzio

Servizio Foreste

 

Regione Abruzzo

Via Catullo, 17

65127

PESCARA

Nel luglio scorso era già stata segnalata dalle Organizzazioni Cooperative la insostenibile situazione della autorizzazione dei tagli boschivi da parte della Autorità Forestale Regionale, segnalazione alla quale è seguita ad agosto una comunicazione del Direttore Gaetano Valente secondo cui “si assicura che saranno adottate idonee soluzioni”, di cui ad oggi non si conosce l'esito.

Si ricorda che i compiti della Autorità Forestale sono demandati dall’Art. 4 bis “Taglio colturale e relative autorizzazioni” della Legge Regionale N. 28 del 12.04.1994 così come modificato con l’Art. 111 Legge Regionale 8 febbraio 2005 N. 6 al “Servizio Foreste della Direzione agricoltura, foreste e sviluppo rurale” .

Il Servizio Foreste ha però delegato a tale funzione gli Ispettorati Provinciali del Corpo Forestale dello Stato.

Ciò ha portato la nostra regione ad attuare l’unico caso in Italia di “federalismo alla rovescia”. Le funzioni della ”autorità forestale regionale”, che in tutta Italia sono prerogativa delle Regioni e dei loro uffici (come da Costituzione vigente), in Abruzzo sono state totalmente delegate al Corpo Forestale dello Stato, che è ritornato ad essere unico potere reale nel settore. Il CFS in Abruzzo istruisce progetti, approva o non approva, supervisiona e controlla i lavori, collauda, oltre a svolgere le funzioni di polizia, con potere di sanzione e incriminazione.

Era stato già denunciato a luglio come ormai si sia instaurata una prassi di comportamento che comporta, sempre purtroppo, allungamenti abnormi di tempi, richieste pretestuose di chiarimenti, pedissequo allineamento con le posizioni dei parchi, anche in contraddizione con le autorità ambientali che rilasciano le Valutazioni di incidenza (Comuni) e, soprattutto, bocciature pretestuose di progetti, alcuni dei quali prima approvati e poi bocciati. Fino ad arrivare al blocco di attività già in corso. La logica pare sempre essere quella di bloccare qualsiasi attività forestale, con gravi danni per i cittadini dei comuni montani, a cui si nega di fatto il diritto di uso civico e i proventi dai tagli boschivi, per le cooperative forestali, di cui viene bloccata l’attività, e per l’occupazione, in considerazione che ogni taglio boschivo potrebbe attivare dieci posti di lavoro nelle aree montane. E con danni anche per l’ambiente perché la legna (fonte di energia rinnovabile) viene sostituita con metano o gasolio (fonti non rinnovabili).

Questa situazione è purtroppo ormai abbastanza generalizzata sul territorio regionale (potremmo citare i casi di Pacentro, Arsita, Roccaraso, Farindola, ecc.) portando al blocco di attività per le quali, peraltro, non viene richiesto alcun contributo regionale.

Ad oggi si può stimare che questa situazione abbia comportato la perdita di almeno 150 posti di lavoro, che, aggiunta al mancato varo delle misure forestali del Piano di Sviluppo Rurale, ha portato in due anni al dimezzamento della forza lavoro delle cooperative forestali, passate da oltre mille addetti a circa 450.

A ciò si deve aggiungere il blocco delle attività dei Consorzi Forestali attuato attraverso la richiesta generalizzata di applicazione, peraltro dubbia, di una legge del 1988, di cui solo ora si è riesumata la necessità di applicazione, e la bocciatura di ben 30 richieste, di altrettanti comuni, per l'ottenimento dei contributi per la redazione di Piani di Gestione.

A questo punto, a nostro parere, si richiede un risolutivo intervento della Giunta Regionale che garantisca lo svolgimento della attività forestale. Appare infatti ben strano che una Giunta Regionale che ha fatto dello sviluppo la sua priorità permetta che vengano perse esperienze imprenditoriali e posti di lavoro che potrebbero essere salvati senza impegnare risorse regionali. In mancanza di un intervento in tempi brevissimi le cooperative forestali ed i loro soci non potranno che attuare tutte le possibili forme di protesta per salvare le proprie imprese e il futuro dei propri soci e lavoratori.

Siamo quindi a richiedere un incontro urgente al fine di risolvere le problematiche segnalate.

Restando in attesa, distinti saluti

Gasper Rino Talucci - Fedagri Confcooperative Abruzzo

Elio Di Odoardo - Legacoop Abruzzo

Giovanni MeutiForestAbruzzo

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie