18 ottobre 2007

REGOLAMENTO TAGLIO BOSCHI - Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga

Pubblichiamo la nota inviata alla Regione Abruzzo dal Coordinamento dei Consorzi Forestali d'Abruzzo in merito alla Deliberazione commissariale 19/07 del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga che intende varare un regolamento per il taglio dei boschi.

In via preliminare si ritiene che La Deliberazione del Commissario Straordinario dell’Ente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga n. 19 dell’11/09/2007 con la quale è stato adottato il Regolamento “Tagli Boschivi” sia ispirata ad una visione falsamente conservativa che di fatto tende impossibile il governo del bosco secondo i metodi tradizionali, peraltro codificati dalle normative vigenti, tradendo le aspettative della popolazione e contravvenendo in nodo surrettizio a quanto garantito dal Decreto istitutivo del Parco nell’articolo dedicato alla tutela ed alla promozione che recita “Nell’ambito del territorio del Parco sono assicurate l’applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale idonei a realizzare un’integrazione tra uomo ed ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia di valori antropologici, archeologici, storico ed architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali”

Il “Regolamento tagli boschivi”, così come formulato dal Commissario straordinario, non garantisce assolutamente le attività boschive tradizionali affermatesi nel corso di secoli ignorandone, pertanto, il valore antropologico, e non presenta, nel suo impianto, alcuna considerazione tecnica equilibrata e condivisibile; non tiene in alcuna considerazione le caratteristiche socio economiche del territorio; non prevede alcuna forma di partecipazione democratica, proponendo l’esecutività dell’atto di così fondamentale importanza per il territorio e la popolazione dopo 60 giorni di “silenzio assenso”.

Appare peraltro singolare l’operato del Commissario Straordinario dell’Ente Parco, che in questa fase fa le veci del Presidente e del Consiglio Direttivo scaduti a Febbraio 2007, che, correttamente, dovrebbe limitarsi all’adozione degli atti ordinari o urgenti, stante l’assenza di amministratori regolarmente eletti degli Organi Direttivi dell’Ente.

Si ritiene inoltre che qualsiasi Regolamento stralcio, dovrebbe essere adottato ai sensi dell’art. 11, comma 6, della Legge 394/91 “approvato dal Ministro dell’Ambiente, previo parere degli EE.LL. interessati e comunque d’intesa con le Regioni e le Province autonome interessate”, con il parere obbligatorio della Comunità del Parco.

In realtà l’Ente Parco ha richiesto (alle tre Regioni interessate) solo l’inoltro di eventuali Osservazioni, in vece della prescritta intesa, omettendo anche la notifica del provvedimento ai membri di diritto della Comunità del Parco quali Comunità Montane e Province.

Inoltre nella Regione Abruzzo è vigente un sistema normativo per la disciplina delle attività forestali e specificatamente per i tagli colturali disciplinati dall’art. 4 bis della Legge regionale n. 28 del 12.04.1994 come modificata dall’art. 111 L.R. n° 6 dell’8/02/2005. Si ritiene che tale competenza è da ritenere assolutamente inderogabile anche alla luce della potestà legislativa ed amministrativa attribuite alle Regioni dall’art. 117 della Costituzione.

Quanto al contenuto del Regolamento adottato, l’applicazione delle misure previste, come accennato, imporrebbe, di fatto, il blocco totale dell’attività di taglio, in particolare appaiono assolutamente prive di senso le prescrizioni riguardanti:
· il periodo di taglio dal 01 novembre al 30 marzo!!!, in pratica mai in considerazione delle precipitazioni nevose in montagna;
· il divieto di taglio sopra il 30% di pendenza (quasi tutti i boschi si trovano ad una pendenza maggiore);
· esbosco solo a dorso di animali, anche quando il terreno permetterebbe la meccanizzazione (di fatto si impedisce il taglio di legname per uso industriale, gli importatori di legname, ottenuto da tagli legali ed illegali nel mondo, ringraziano!);
· turnazione del ceduo non superiore a venticinque anni (anche in presenza di situazioni stazionali di scarsa fertilità in cui il turno può arrivare a 30-35 anni, di fatto si vuole impedire l’uso del ceduo, non si capisce con quale coerenza con la necessità di utilizzare l’energia rinnovabile rappresentata dalla legna!)
· dal punto precedente consegue che nei boschi di età superiore a 25 anni sono ammesse esclusivamente tagliate per la conversione in alto fusto. Errato tecnicamente per quanto detto sopra e incoerente con le politiche di diversificazione e sostenibilità energetica;
· i lavori di taglio nelle fustaie da realizzarsi nel periodo compreso fra il 20 agosto e il 30 ottobre. Nelle fustaie di faggio, specie quelle oltre i 1000 metri di quota, di fatto non si potranno più effettuare tagli in quanto è impossibile gestire un cantiere forestale in soli 30 giorni utili lavorativi;
· i tronchi non dovranno essere trascinati direttamente sul terreno. Di fatto non si potranno più ottenere tronchi stante l’impossibilità di esboscarli, neanche con animali, che non possono certo portare a soma dei tronchi;
· inoltre il parco diventa il soggetto cui presentare le istanze di taglio, in totale spegio alla normativa regionale vigente, stabilendo persino una diversificazione “sotto o sopra i due ettari”. Peraltro l’eccessiva burocratizzazione richiesta di fatto sconsiglierebbe qualsiasi utilizzo economico della risorsa boschiva.

Ulteriori approfondimenti necessiterebbero poi le norme su selezione di matricine, ceppaie e polloni, le autorizzazioni preventive in materia di tagli di filari di pioppi (ma non è alboricoltura da legno?), il divieto assoluto di pascolo nei boschi (si pensi che l’Unione Europea ha inserito una misura che favorisce questa pratica quasi scomparsa nello Sviluppo Rurale…).

Inoltre non viene in alcun modo evidenziato il ruolo della pianificazione della gestione dei boschi, rendendo di fatto inutile lo sforzo, organizzativo ed economico, dei proprietari pubblici e privati di boschi di dotarsi di Piani di Gestione ed Assestamento né viene previsto alcun indennizzo per l’affievolimento dei diritti per l’uso civico di legnatico.

Un regolamento, quindi, improntato ad una filosofia fatta di soli vincoli e divieti, con tendenze vessatorie verso popolazioni ed operatori, senza alcuna proposta positiva in merito alla possibilità di attuare anche su questo territorio una seria politica di GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE che veda coniugarsi in modo armonico e condiviso la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale e la sostenibilità economica, secondo le linee dettate dalla Unione Europea.

E’ da considerarsi infine, e non ultimo, che un regolamento sì fatto, se dovesse trovare applicazione, impedirebbe l’utilizzo in tutto il territorio del parco delle provvidenze per il settore forestale del Regolamento per lo Sviluppo Rurale 2007-2013, privando popolazioni ed operatori di quelle ingenti risorse e vanificando totalmente lo sforzo programmatorio della Regione.

Si ritiene quindi, per tutto quanto sopra esposto, che “Il Regolamento taglio boschi” approvato dal Commissario Straordinario debba trovare la più ferma opposizione da parte della Regione Abruzzo e di tutti gli Enti interessati, in quanto illegittimo, ma soprattutto totalmente irragionevole, sia al fine della protezione dell’ambiente, sia per l’ingiusto danno provocato alle popolazioni interessate, sia per il tentativo di eliminare qualsiasi attività boschiva.

In tal senso quindi di richiede una presa di posizione.
Distinti saluti

Giovanni Meuti - coordinatore

1 commento:

Unknown ha detto...

Purtoppo nel settore una massa di incompetenti,parlo del parco Majella,un direttore incapace di gestire gli operai che vanno a spasso in tre con un confortevole fuoristrada pik up, mentre io riparo danni al recinto danneggiato dai loro cingliali